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Street & Food

Attrazioni
VULCANO

ETNA
L'Etna è un complesso vulcanico siciliano originatosi nel Quaternario e rappresenta il vulcano attivo terrestre[1] più alto della placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni nel corso della storia hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante, arrivando più volte a minacciare le popolazioni che nei millenni si sono insediate intorno ad esso.
Il 21 giugno 2013 la XXXVII sessione del Comitato UNESCO, ha inserito il Monte Etna nell'elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell'umanità.
L'Etna sorge sulla costa orientale della Sicilia, entro il territorio della provincia di Catania ed è attraversato dal 15º meridiano est, che da esso prende il nome. Occupa una superficie di 1265 km², con un diametro di oltre 40 chilometri e un perimetro di base di circa 135 km
Il vulcano è classificato tra quelli definiti a scudo a cui è affiancato uno stratovulcano; la sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l'innalzamento o l'abbassamento. Nel 1900 la sua altezza raggiungeva i 3.274 m. s.l.m. e nel 1950 i 3.326 m. Nel 1978 era stata raggiunta la quota di 3.345 m e nel 2010 quella di 3.350 m.
La sua superficie è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folti boschi che conservano diverse specie botaniche endemiche ad aree desolate ricoperte da roccia magmatica e periodicamente soggette ad innevamento alle maggiori quote.
L'Etna ha una struttura piuttosto complessa a causa della formazione, nel tempo, di numerosi edifici vulcanici che tuttavia in molti casi sono in seguito collassati e sono stati sostituiti, affiancati o coperti interamente da nuovi centri eruttivi. Sono riconoscibili nella "fase moderna" del vulcano almeno 300 tra coni e fratture eruttive. La zona risulta anche a moderato rischio sismico per effetto anche del tremore del vulcano.
Il territorio del vulcano presenta aspetti molto differenti per morfologia e tipologia in funzione dell'altitudine. Coltivato fino ai mille metri s.l.m.e fortemente urbanizzato sui versanti est e sud si presenta selvaggio e brullo sul lato occidentale dove dai mille metri in poi predominano le "sciare", specie nella zona di Bronte. Poco urbanizzato, ma di aspetto più dolce, il versante nord con il predominio dei boschi al di sopra di Linguaglossa. Il versante est è dominato dall'aspetto inquietante della Valle del Bove sui margini della quale si inerpicano fitti boschi.
Il circondario ha caratteristiche che ne rendono le terre ottime per produzioni agricole, grazie alla particolare fertilità dei detriti vulcanici. La zona abitata e coltivata giunge quasi ai 1000 m s.l.m. mentre le zone boschive arrivano fino ai 1500 metri. Ampie parti delle sue pendici sono comprese nell'omonimo parco naturale.
Il versante sud del vulcano è percorso dalla strada provinciale SP92 che si arrampica sulla montagna fino a quasi 2.000 m di quota, generando circa 20 km di tornanti. L'infrastruttura non permette di raggiungere la cima in auto ma, raggiunta la stazione turistica attorno alla Funivia dell'Etna, continua poi il suo percorso per altri 20 km circa in direzione di Zafferana Etnea.
Oltre i 1000 m in inverno è presente la neve che spesso dura fin quasi all'estate. Le zone innevate sono raggiungibili agevolmente solo dai versanti sud e nord-est su cui si trovavano anche due stazioni sciistiche (Etna nord e Etna sud). Da quella sud, dallo storico Rifugio Sapienza nel territorio di Nicolosi è possibile ammirare il golfo di Catania e la valle del Simeto. Dalle piste di Piano Provenzana a nord, in territorio di Linguaglossa, sono visibili Taormina e le coste della Calabria.
MUSIC & FUN

TAORMINA
Il Teatro greco-romano antico di Taormina è il secondo teatro antico per dimensioni in Sicilia dopo il Teatro greco di SiracusaIl teatro di Tauromenion avrebbe un'origine ellenistica -- sulla base dei pochi documenti archeologici potrebbe essere del III secolo a.C.[2][3] - ma si presenta totalmente romano nel suo aspetto oggi visibile.
Allestimento di uno spettacolo nell'orchestra del teatro.
La struttura originaria era legata ad un piccolo santuario di cui resta il basamento sul belvedere che sovrasta la cavea.
Una prima ricostruzione dell'edificio si ebbe in età repubblicana o primo Impero, forse sotto Augusto, ma ad un ampliamento nella prima metà del II secolo d.C. risalgono le forme oggi note. L'edificio raggiunse i 109 metri di diametro massimo, con un'orchestra dal diametro di 35 metri, per una capienza di circa 10.000 spettatori[4][2].
In pieno e nel tardo Impero l'edificio venne adattato ad ospitare le venationes (spettacoli di lotta tra gladiatori e bestie feroci), trasformandosi in un vero e proprio anfiteatro: l'orchestra venne mutata in arena sostituendo le gradinate inferiori con un corridoio a volta che connetteva ad un ipogeo al centro dello spiazzo, dove le macchine sceniche permettevano gli "effetti speciali" del combattimento. Infine, in epoca tardo antica, venne realizzato il portico alle spalle della scena[2]. Il suo abbandono probabilmente è da ascriversi con l'assedio dei Vandali e con il conseguente decadimento dell'Impero.
Durante il Medioevo, l'edificio scenico e le due turris scalae vennero riutilizzate per ricavarne un palazzo privato[2]. Durante il Grand Tour crebbe la fama romantica dell'edificio, un monumento decaduto, attorniato da rigogliosa vegetazione con una inusuale visuale sull'Etna, visuale questa per nulla esistente ai tempi della sua massima estensione, in quanto coperta dagli edifici scenici in muratura.
Nel 1787 Goethe visitò il teatro rimanendo estasiato dal bel panorama che si ammirava dalla cavea:
« Se ci si colloca nel punto più alto occupato dagli antichi spettatori [del Teatro antico], bisogna riconoscere che mai, probabilmente, un pubblico di teatro si vide davanti qualcosa di simile. Sul lato destro si affacciano castelli dalle rupi sovrastanti; più lontano, sotto di noi, si stende la città e, nonostante le sue case siano d'epoca recente, occupano certo gli stessi luoghi dove in antico ne sorgevano altre. Davanti a noi l'intero, lungo massiccio montuoso dell'Etna; a sinistra 1a sponda del mare fino a Catania, anzi a Siracusa; e il quadro amplissimo è chiuso dal colossale vulcano fumante, che nella dolcezza del cielo appare più lontano e più mansueto, e non incute terrore. »
A partire dagli anni cinquanta il teatro è stato impiegato come struttura teatrale all'aperto per varie forme di spettacolo che spaziano dal teatro ai concerti, dalle cerimonie di premiazione del David di Donatello ai concerti sinfonici, dall'opera lirica al balletto. Dal 1983 è sede di Taormina Arte, manifestazione di spettacoli che si svolge tutti gli anni nel periodo estivo, e del Taormina Film Fest. Il teatro è stato anche sede di alcune riprese del film La dea dell'amore di Woody Allen.
Nel 2017 il teatro è stato il palcoscenico per dei concerti nonché per la sfilata principale del G7 tenutosi a Taormina
Oggi il teatro, oltre ad essere adibito a luogo turistico, è utilizzato principalmente per concerti, tra posti a sedere e in parterre, la capienza del teatro raggiunge i 10.000 spettatori. Nel corso degli anni si sono esibiti artisti come: Deep Purple, Robert Plant, Elton John, James Blunt, Eddie Vedder, Mika, Pooh, Ben Harper, Kasabian, Toto, Jethro Tull, Antonello Venditti, Duran Duran, Sting, The Cure, Mark Knopfler, Simple Minds, Santana, Lou Reed, Peter Gabriel, Tracy Chapman, Patti Smith, Renato Zero.
CATANIA

THE CITY
Catania offre paesaggi eterogenei concentrati in un'area ristretta. Sorge sulla costa orientale dell'isola, ai piedi dell'Etna (il vulcano attivo più alto d'Europa) a circa metà strada tra le città di Messina e Siracusa, affacciandosi sul mar Ionio con il golfo che da essa prende il nome.
Il territorio è prettamente pianeggiante a sud e sud-est, e montuoso a nord per la presenza dell'Etna. Esso comprende anche una consistente parte della piana di Catania ('a Chiana), una tra le più estese aree coltivate della Sicilia, la cui zona più vicina al mare costituisce l'Oasi del Simeto, riserva naturale di circa 2.000 ettari, istituita nel 1984. L'Oasi del Simeto prende nome dal fiume Simeto che sfocia a sud della città, nella frazione Primosole.
Il nucleo originario della città era situato su un'altura: la collina di Monte Vergine (49 m s.l.m.), nata da un'eruzione preistorica dell'Etna datata tra 15.000 e 3960 ± 60 anni dal presente, corrispondente all'odierna Piazza Dante Alighieri dove sorge il Monastero di San Nicolò l'Arena (oggi sede universitaria), nei pressi della quale scorreva un corso d'acqua, l'Amenano, che sfociava vicino l'attuale Piazza del Duomo, mentre a sud vi era il terrazzo di Acquicella (15 m s.l.m.), separato dal fiume da una valle, poi colmata dalle lave dell'eruzione del 1669. L'unico altro rilievo importante è la collina di Santa Sofia (303 m s.l.m.), nel quartiere omonimo, dove sorge la Cittadella Universitaria, quasi al confine con Gravina di Catania, comune del vasto hinterland.
Il verde pubblico è costituito dai parchi situati all'interno della città. Sono sei quelli di una certa grandezza e importanza: il Giardino Bellini o Villa Bellini, chiamato 'a Villa, è dedicato al musicista Vincenzo Bellini; il Giardino Pacini o Villa Pacini, soprannominato Villa 'e varagghi(cioè "degli sbadigli") dedicato al musicista Giovanni Pacini; il Parco Gioeni (situato a nord del quartiere Borgo, alla fine della via Etnea); il Parco Falcone e Borsellino (a nord del corso Italia), dedicato agli omonimi magistrati uccisi dalla mafia; e il Boschetto della Plaia (nella zona tra il sud della città e l'Aeroporto Vincenzo Bellini, l'ex Mercato Ortofrutticolo Comunale e il quartiere Plaia). Tra gli altri, per l'importanza storica e per la conservazione della biodiversità, va segnalato l'Orto botanico di Catania, nel quartiere Mercede.
La città è attraversata da un fiume sotterraneo, il già citato Amenano, che anticamente sfociava dove oggi c'è la suddetta Villa Pacini e ora sfocia più a sud-est, dove c'è il porto. Esso si rende visibile alla Fontana dell'Amenano, fontana in marmo bianco chiamata dai catanesi l'Acqua a 'llinzolu che sorge tra la cosiddetta "Pescheria" e la piazza del Duomo, e nei sotterranei del locale Ostello Agorà. In passato, poco fuori le mura ad ovest, si poteva trovare il lago di Nicito, al fiume collegato e ormai coperto dalla colata lavica del 1669(l'omonima via ne ricorda l'ubicazione).
Ma è stato tutto il territorio circostante a mutare profondamente in seguito a calamità naturali come le varie colate laviche: la costa a nord del porto è costituita da una scogliera, sita dove oggi è presente la Stazione Centrale, detta dell'Armìsi e formata in varie epoche storiche nel 1169, 1329 e 1381, anno in cui venne coperto anche parte dell'antico Porto Ulissenel quartiere Ognina; tale tratto di costa comprende la spiaggetta di San Giovanni li Cuti. L'area a sud del Castello Ursino, un tempo sul mare, è invece il prodotto dell'enorme colata del 1669 che, accerchiatolo, si spinse per qualche chilometro verso il golfo. La costa a sud del porto venne profondamente modificata, facendo cominciare più a sud il litorale sabbioso della Plaia.
MOLTO POPOLARE

ACITREZZA
Centro peschereccio di antica tradizione, fondato alla fine del Seicento dal nobile palermitano Stefano Riggio come approdo marittimo per il proprio feudo, il paese si affaccia sul mar Ionio dinanzi al piccolo arcipelago delle isole dei Ciclopi, sito di interesse naturalistico e geologico; dalla seconda metà del Novecento il borgo è divenuto anche una destinazione turistica.
Aci Trezza è nota inoltre per essere il luogo in cui sono stati ambientati il romanzo I Malavoglia di Giovanni Verga e il film La terra trema di Luchino Visconti, a sua volta direttamente ispirato all'opera dello scrittore verista
l paese si affaccia sul mar Ionio, in una zona denominata golfo di Acitrezza e dista circa 9 chilometri da Catania.
È il cuore della Riviera dei Ciclopi, luogo dove hanno avuto inizio le eruzioni etnee prima che i teatri eruttivi si spostassero più a occidente. Queste manifestazioni laviche sono avvenute in fondali argillosi che, grazie a movimenti tettonici, oggi costituiscono le colline alle spalle del paese.
Il territorio di Aci Trezza, quindi, è costituito da ampi banchi lavici, in alcune zone davvero particolari come il geosito dei basalti colonnari e i pillows lava e zone argillose, adoperate fin dall'antichità per la produzione di laterizi utilizzando delle «carcare», fornaci attive fino alla prima metà del Novecento. Non è mai stato coperto dalle colate laviche grazie all'azione spartilava delle colline
L'origine del nome Trezza è incerto: la prima e più accettata ipotesi lo fa derivare dai "tre pizzi" dei faraglioni
Secondo l'Arciprete De Maria, invece, deriverebbe dalle fabbriche di laterizi che avrebbero dato il nome alla contrada: Acis Lateritie
Un'altra teoria vuole che il nome derivi da uno scoglio che si trova "a venti passi dalla ripa" chiamato Trizza
e per metonimia lo abbia passato all'intera zona, ove successivamente sorse il paese.
Cuore della Riviera dei Ciclopi, è il luogo dove secondo la tradizione è ambientato il canto IX dell'Odissea di Omero nel quale Ulisse si scontra con Polifemo, accecandolo dopo averlo fatto ubriacare per fuggire dalla spelonca dove era stato intrappolato con i suoi compagni. Il Ciclope, cieco e iracondo, scaglia contro le navi dei greci in fuga degli enormi massi che secondo la tradizione sono le Isole dei Ciclopi.
Il canto III dell'Eneide di Publio Virgilio Marone racconta l'incontro dell'eroe troiano Enea con il compagno di Ulisse Achemenide, dimenticato dall'eroe greco nella terra dei Ciclopi durante la rocambolesca fuga. Anche questo episodio è ambientato nell'odierna Aci Trezza
Aci Trezza è il luogo in cui Giovanni Verga ambientò il romanzo I Malavoglia (1881), caposaldo del verismo e parte del cosiddetto «Ciclo dei Vinti». I personaggi principali sono i pescatori trezzoti della famiglia Toscano, ma è lo stesso paese di Aci Trezza a essere protagonista dell'opera. Inoltre l'utilizzo del discorso indiretto libero dà voce agli abitanti del borgo che prestano le proprie parole e la propria grammatica all'autore. Nel centro storico della cittadina è possibile riconoscere alcuni luoghi descritti dal Verga; tra questi oltre ai più noti come i Faraglioni, la Chiesa di San Giovanni Battista e l'Edicola della Provvidenza, vi sono alcune fontane di Aci Trezza: Lo Sgriccio, che si trova in piazza Stefano Riggio e prende il nome dal modo in cui l'acqua sgorgava dalla cima e un fontanone in pietra lavica nella zona Fontanavicino a dove sorgevano gli antichi lavatoi pubblici, sotto i quali veniva «ammarata la Provvidenza», barca in legno di Padron 'Ntoni.
MONTE ETNA

VULCANO
PESCE FRESCO

A PISCARIA
La Pescheria (Piscarìa in lingua siciliana) è l'antico mercato del pesce della città di Catania ed è inserito nel percorso turistico per il contenuto di folclore che si respira passando fra i banchi dei pescivendoli.
Solo provando questa esperienza ci si può rendere conto di quanto pittoresco possa essere questo mercato che può trovare confronto solo nel gemello mercato della Vucciria di Palermo: il mercato è sempre affollato ed il vocio incessante (la vuciata) dei venditori crea un sottofondo da suq arabo e si respira la tipica atmosfera di una medina.
I banchi si trovano dall'inizio dell'Ottocento nel tunnel scavato nel Cinquecento sotto il Palazzo del Seminario dei Chierici e le mura di Carlo V, di fronte agli Archi della Marina, un tempo immersi nelle acque del sottostante porticciolo di pescatori oggi riempito e trasformato in verde pubblico, in piazza Alonzo di Benedetto ed in piazza Pardo, tra i quartieri "Duomo di Catania o Terme Achilliane - Piano di San Filippo" e "Murorotto o Pozzo di Gammazita - Terme dell'Indirizzo", con preponderanza nel primo tra i due
DOLCI TIPICI

IL CANNOLO
Il cannolo siciliano è una delle specialità più conosciute della pasticceria italiana. Come tale è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
In origine venivano preparati in occasione del carnevale; col passare del tempo la preparazione ha perso il suo carattere di occasionalità ed ha conosciuto una notevolissima diffusione sul territorio nazionale, divenendo in breve un rinomato esempio dell'arte pasticcera italiana nel mondo.
Si compone di una cialda di pasta fritta (detta scòrza e lunga da 15 a 20 cm con un diametro di 4–5 cm) ed un ripieno a base di ricotta di pecora. Per la scorza, si formano piccoli dischi di pasta (fatta di farina di grano tenero, vino, zucchero e strutto)[11] che vengono arrotolati su piccoli tubi di metallo e poi fritti, tradizionalmente nello strutto, oggi anche in grassi meno costosi[12]. Secondo ricercatori la farina in origine usata era la farina di grano tenero per dolci maiorca ampiamente diffusa in Sicilia fino agli anni 50.[13] Prima delle moderne leggi in materia d'igiene, la pasta veniva arrotolata su piccoli cilindri ottenuti ritagliando normali canne di fiume, che diedero così il nome al dolce. Il ripieno tradizionale consiste di ricotta di pecora setacciata e zuccherata. Al ripieno vengono poi aggiunti canditi e le gocce di cioccolata, ed infine il dolce viene spolverato di zucchero a velo.
Nella Sicilia orientale e in particolare nel ragusano, per tradizione, è usata la ricotta vaccina (spesso di mucca Modicana), dal sapore più delicato rispetto alla classica ricotta di pecora[14]. I cannoli vanno riempiti al momento di mangiarli; questo perché, con il passar del tempo, l'umidità della ricotta viene assorbita dalla cialda facendole perdere la sua croccantezza. Per evitare questo inconveniente, alcuni pasticcieri rivestono la superficie interna del cannolo con cioccolato fuso: in questo modo, l'involucro non si impregna rimanendo croccante per più tempo.
PARCO DIVERTIMENTO

ETNALAND
Etnaland è un parco di divertimento italiano, realizzato in Sicilia nei pressi di Belpasso (comune italiano della città metropolitana di Catania). La sua superficie complessiva è di 280.000 metri quadrati, dei quali 112.500 occupati dal solo parco meccanico, il che lo rende il parco divertimenti più grande del Sud Italia. Al suo interno prevede diverse possibilità di svago: da quello prettamente ludico, caratterizzato dall’AcquaPark e dal ThemePark, a quello didattico rappresentato dal Parco della Preistoria e dal percorso botanico.
Le mascotte sono Ciclopino e Ciclopina, due ciclopi innamorati.
Il parco dei dinosauri presenta 23 riproduzioni di esemplari preistorici per i Periodi compresi tra il Carbonifero e il Pliocene, a misura reale. Il percorso comincia su un trenino del tempo che consente di tornare indietro di milioni di anni e dopo essere scesi dal treno, accompagnati da guide esperte, si osservano le prime forme di vita dentro uno scenario ricostruito di una grotta che introduce il paleozoico; il giro continua uscendo dalla grotta ed imbarcandosi su un trenino turistico che agevola la visita passando di Era in Era fino ad arrivare al Neozoico con l'Uomo di Cro-Magnon. Tutti gli esemplari riprodotti sono forniti di tabelloni didattici sulle specie rappresentate. Il percorso è caratterizzato da una specifica tematizzazione e dalla presenza di varietà botaniche ben contestualizzate. Nel 2016 viene inaugurata per il ThemePark la sezione a realtà aumentata che permette di visualizzare riproduzioni interattive di dinosauri e ominidi.
SAGRE E FESTE

EVENTI
  • BASULA FEST  IL 25 APRILE
Un progetto che vuole creare attraverso la festa un momento di aggregazione popolare fatto di libertà, musica e tradizione. Il Basula Fest si svolge al Parco di Cosentini, nel territorio del Comune di Santa Venerina, in provincia di Catania. Il basula fest è luogo d'incontro di musica e danza, spazio libero, aperto a musicisti e appassionati di qualsiasi livello ed estrazione, per scambiare e sperimentare liberamente in un'atmosfera di festa. La festa come ogni anno è rigorosamente ad ingresso libero.
Nel corso di questi anni tante e grandi sono state le presenze artistiche sul palco del basula fest, con il tamburello che è sempre stato lo strumento di riferimento: ponte tra vecchio e nuovo, tra vicino e lontano. Ricordiamo innanzitutto il salentino Pino Zimba e la sua Zimbaria, i musicisti siciliani di Massimo La Guardia e Michele Piccione, le storie e le novelle antiche del cantastorie Luigi Di Pino.
E poi ancora i ritmi incalzanti degli Anzikitanzae dei Qbeta, l'energia dei kamafei e dei kalàscima, la famiglia siculo-balcanica dei Matrimia, le storie antiche dei 'NaMaravigghia, le percussioni di Vito Badalà, i tamburelli di Enrico Grassi Bertazzi e tanti altri.
Se siete affascinati dall'arrusti e mangia o se di tanto in tanto sognate "maidde" piene di ragù o padelloni pieni di aglio, olio e peperoncino, il parco di Cosentini quando è l'ora del basula fest è proprio il posto che cercate! Tra bella sasizza, birra frisca, vinu bonu e tant'amici.
  • EnoEtna IL 22-23 E 29-30 SETTEMBRE
XXII edizione EnoEtna 2018 le ultime due settimane di settembre, il 22-23 e il 29-30.organizzata dal Comune e dall'Assessorato allo spettacolo e turismo a Santa Venerina (Catania). Mercato delle tipicità, delle tradizioni artistiche, dei vini DOC dell’Etna, dei prodotti agroalimentari e dell’artigianato.
Gli stand saranno dedicati all’artigianato locale, ai prodotti agroalimentari tipici, alla gastronomia, ai dolci, alla degustazione di mostarda di mosto, ai liquori dei maestri di Santa Venerina, alle aziende vinicole, ai consorzi siciliani di tutela dei vini D.O.C., alle Città del Vino e ai prodotti per l’enologia. Manifestazioni collaterali: degustazioni, incontri culturali, conferenze e spettacoli d’intrattenimento.
La manifestazione, attraverso un percorso rivolto alla degustazione dei vini locali, alla riscoperta degli antichi sapori e della bellezza dei prodotti artigianali, attira nella cittadina etnea migliaia di visitatori provenienti dall’hinterland catanese e da fuori provincia. Degustazioni guidate dei vini curate dall’A.I.S. (Associazione Italiana Sommeliers), ma anche della Fisar, dell'Onav e del Club Papillon. All’esposizione partecipano le principali aziende vitivinicole siciliane e della zona etnea. Circa quaranta gli spazi espositivi, dislocati su una superficie di 4.000 mq, suddivisi nei settori: accoglienza, vitivinicolo, artigianato, prodotti agroalimentari tipici, gastronomico, agriturismo ed attività agricole, enti e associazioni.


Created by Emilio Broussard
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